VIBO VALENTIA – “Uno scatto di dignità in difesa dell’informazione” è il titolo della manifestazione pubblica, promossa dal Sindacato Giornalisti della Calabria, in programma sabato, 30 novembre, alle ore 10.30, nell’Auditorium dello Spirito Santo, in via Francesco Fiorentino, nel centro storico di Vibo Valentia.
“L’iniziativa – spiega Carlo Parisi, vicesegretario nazionale Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria – scaturisce dal licenziamento in tronco dei cinque giornalisti di Rete Kalabria, che, oltre al danno di non percepire lo stipendio da otto mesi, hanno dovuto subire la beffa di essere messi alla porta dalla Pubbliemme dopo le prime tre delle dieci giornate di sciopero proclamate dall’Assemblea di redazione per rivendicare il pagamento degli arretrati e la regolarizzazione delle posizioni contrattuali”.
Mentre l’Ufficio Legale del Sindacato Giornalisti della Calabria è al lavoro per valutare tutti gli aspetti di una vertenza che va ben oltre l’impugnazione dei licenziamenti, il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, ha già ascoltato le testimonianze dei cinque giornalisti licenziati e provveduto a convocare, per domani alle ore 11, a Palazzo del Governo, l’amministratore unico di “Pubbliemme Group”, Domenico Maduli, i cinque giornalisti di “Rete Kalabria” (il direttore Mimmo Famularo ed i redattori Alessio Bompasso, Loredana Colloca, Cristina Iannuzzi e Tonino Fortuna), il vicesegretario nazionale della Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, e le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Ugl “allo scopo di verificare se sussistono le condizioni per dare soluzione alla vertenza in atto”.
“La vergognosa vicenda – sottolinea Carlo Parisi – ha suscitato una forte indignazione nel mondo giornalistico, istituzionale, politico, sindacale, ecclesiastico, dell’associazionismo, ma soprattutto tra i singoli cittadini che hanno sempre creduto e vogliono continuare a credere in un’informazione libera da ricatti e condizionamenti di ogni tipo”.
E’, quindi, aperta a tutti gli uomini liberi la manifestazione di sabato prossimo che, oltre a rappresentare un’attestazione di concreta solidarietà ai cinque giornalisti cacciati da “Rete Kalabria”, costituisce l’occasione per ribadire l’importanza della qualità dell’informazione, nel rispetto dei lettori e della libertà di stampa. Un giornalista sfruttato, non pagato o mal pagato, oltre a vedere mortificata la propria dignità umana e professionale, non può essere certo garanzia di un’informazione libera dal giogo dell’umiliazione e del ricatto”.