ROMA – La scomparsa di Giorgio Santerini, all’età di 75 anni, è un grave lutto per la famiglia (la moglie Priscilla, la figlia Giulia, i nipoti, i fratelli Gigi e Gaio) e per la sua famiglia vasta, quella del giornalismo italiano e del sindacato di categoria che lo ha avuto protagonista per cinquant’anni.
Per sei anni dall’autunno del 1990 (subentrato in corsa a Giuliana Del Bufalo e poi eletto unitariamente al congresso di Pugnochiuso) al maggio 1996, è stato segretario nazionale della Federazionale della Stampa Italiana, nella quale lascia l’impronta di un condottiero che ancora parla e opera in (e di) autonomia e libertà, dedicandosi a lavoro e diritti, a una fatica democratica, fatta di ascolto e confronto attento alle storie, soprattutto a quella delle idee, per il pluralismo e l’unità, nella continua ricerca di esprimere forme concrete di sindacalismo.
Così negli organismi di categoria (dal Cdr del Corriere della Sera, alla presidenza, per 12 anni, dell’Associazione lombarda dei Giornalisti fino alla guida della Fnsi). Così, identica determinazione e passione nel lavoro (dall’Avanti, al Corriere della Sera, Capo redattore) e nella politica con il suo ancoraggio all’idea socialista, che cercò quasi in solitudine di tenere viva e espressiva in un simbolo e in una lista a Milano, quando si candidò a Sindaco, dopo la fine del Psi e dei partiti storici della prima repubblica.
Un intellettuale atipico, interprete di soluzioni originali e difficili, sindacalista a tutto tondo, capace di affrontare di forza, con le parole ma anche con silenzi e gesti non immediatamente decodificabili da tutti, situazioni difficili e conflitti diversi.
Giorgio Santerini non si è mai tirato indietro davanti a una controparte, né di fronte a un competitore o a un oppositore interno, che si trattasse di scontro ideologico o di un negoziato per l’affermazione di una specifica proposta. Per un sindacato contropotere. Anche per questo, pure gli avversari, ne ricordano ancora, nel dibattito interno di categoria come nelle ricorrenti vertenze di lavoro, la figura, anche fisica, di un personaggio resistente al limite dell’infrangibile.
Lasciò la segreteria della Fnsi e, da allora, ogni carica, quando decise lui, il 24 maggio del 1996, alla fine del congresso di Villasimius, ritenendo compiuto un percorso e pronta una nuova stagione già aperta dalla sua unità sindacale, difficile e combattuta, ma composta nella casa comune del sindacato nazionale dei giornalisti.
Un percorso tormentato e laborioso. Uomo di identità forte, tra i fondatori della componente sindacale “Stampa Democratica” avviata da Walter Tobagi, comparsa come minoranza al congresso Fnsi a Pescara nel 1978 ma presto maggioranza in Lombardia. Qui Santerini ebbe la forza e il coraggio di assumerne la presidenza quando divenne vacante per mano dei terroristi di Prima linea che assassinarono il presidente Tobagi. Negli anni successivi quest’area fu al centro di una nuova maggioranza anche nella Fnsi (congressi Acireale e Bormio), in presenza di una robusta e dura dialettica e competizione interna.
Giorgio Santerini, divenuto segretario nell’ottobre del 1990, avviò un processo nuovo, dettato anche dai cambiamenti dell’editoria e dai segnali della crisi in arrivo per i vecchi schemi dell’organizzazione della vita sociale e politica, aprendo a una stagione di unità nel pluralismo con le principali correnti sindacali della Fnsi, in particolare quella guidata da Giuseppe Giulietti, e con un’attenzione particolare alla dimensione storica del federalismo dei giornalisti italiani.
Con Santerini alla guida della Fnsi sono stati stipulati due contratti collettivi di lavoro, aventi come linee guida la centralità e l’autonomia delle redazioni di fronte al fenomeno nuovo dei services, la difesa degli istituti salariali e la regolamentazione delle sinergie editoriali. Un punto preminente del suo lavoro da segretario fu l’opposizione intransigente a ogni disegno di assorbimento dell’Inpgi nell’Inps e l’intesa con Governo e Parlamento per l’autonomia e la privatizzazione delle Casse professionali di previdenza.
Con Santerini scompare un uomo e un personaggio di forza e talento che ancora dovrà essere letto e ricordato, senza censure e senza formule rituali. La Fnsi gli deve un omaggio sincero, con rispetto e solidarietà per le sofferenze che non gli sono state risparmiate.
Alla moglie Priscilla, alla figlia, la collega Giulia, ai nipoti, al genero, ai fratelli il cordoglio e l’abbraccio affettuoso della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Lunedì 16 settembre quanti vorranno potranno rendere omaggio alla salma del nostro ex segretario Santerini nella camera ardente allestita nella sede dell’Associazione lombarda dei giornalisti, in via Monte Santo 7 a Milano.
Nella stessa giornata la Fnsi osserverà una giornata di lutto e l’attività sindacale ordinaria sarà sospesa. Martedì 17 settembre, alle ore 11, i funerali nella Chiesa di San Marco a Milano.