Padre del Sir, già presidente della Fisc e figura di spicco dell’Unione internazionale della stampa cattolica

Addio mons. Giuseppe Cacciami, sacerdote e giornalista

Mons. Giuseppe Cacciami

FARA NOVARESE (Novara) – Lutto nel mondo del giornalismo cattolico. All’età di 87 anni si è spento, ieri sera, monsignor Giuseppe Cacciami, presidente del Sir, Servizio Informazione Religiosa, già presidente della Federazione Italiana Settimanali Cattolici, figura di spicco dell’Unione internazionale della stampa cattolica e direttore emerito dei settimanali della Stampa Diocesana Novarese.
Nato a Grignasco nel 1924, era tornato nel Novarese da alcuni anni, ovvero dopo essersi ritirato dall’attività giornalistica. Da alcune settimane era ricoverato nella clinica de “I Cedri” di Fara Novarese, causa l’aggravarsi del suo stato di salute.
Ordinato sacerdote nel 1947, a Novara, da monsignor Leone Ossola, si era laureato nel 1955 in Sacra Teologia alla Facoltà Teologica di Milano. Negli anni 1958-1963 aveva frequentato i corsi di giornalismo e cinema all’Università Internazionale Pro Deo e quelli di filosofia all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Ha trascorso la maggior parte della sua vita a Verbania, di cui è cittadino onorario, dove ha svolto attività pubblicistica nei settimanali della stampa diocesana, di cui è stato direttore responsabile dal 1964 al 2001. Inoltre, dal 1967 è stato direttore della Famiglia Studenti di Intra e qui, nel 1997, ha promosso e poi realizzato l’ampliamento della struttura con il Chiostro, fondandovi una Casa di ritrovo per anziani e un centro ghlobale per il servizio pastorale, sociale, culturale, assistenziale e turistico del territorio.
Dal 1974 è stato vicario territoriale del Verbano e membro del Consiglio episcopale. Della Federazione Italiana Stampa Cattolica è stato dal 1981 al 1986 presidente nazionale, ha fondato l’agenzia di stampa Sir e dal 1989 ha rivestito il ruolo di vicepresidente della Federation internationale de la Presse d’Eglise, diventando in seguito membro del Forum permanente della Cei per il Progetto Culturale. Nel 1986 è stato insignito dell’onorificenza di commendatore al merito della Repubblica Italiana e nel 1997, nel 50° di sacerdozio, di quella di Grand’Ufficiale al merito della Repubblica.
I funerali si svolgeranno martedì 20 marzo, alle ore 10.30, nella chiesa parrocchiale di Grignasco.

Le sue mani

È morto il “padre” del Servizio Informazione Religiosa.
Alle 19 di ieri sera è morto, all’età di 87 anni, mons. Giuseppe Cacciami, presidente del Sir, Servizio Informazione Religiosa, già presidente della Federazione italiana settimanali cattolici, figura di spicco dell’Unione internazionale della stampa cattolica.
Ieri sera avevo tenuto le sue mani nelle mie. Ma forse era lui a tenere le mie mani nelle sue.
Le mani di un prete ordinato nel 1947.
Le mani sante di un prete.
Le mani di un prete giornalista che ha dedicato tutta la sua vita alla comunicazione.
Negli ultimi otto anni, quando un improvviso e imprevisto male aveva minato la sua fortissima fibra, reagiva alle domande sulla sua salute con una battuta diventata proverbiale: “Si lotta”.
Ha sempre lottato per la Verità, don Giuseppe Cacciami. Con la sua intelligenza, la sua passione, il suo amore per i settimanali cattolici locali, per l’agenzia Sir nata dall’esperienza Fisc grazie alla sua intuizione condivisa e sostenuta dall’allora mons. Camillo Ruini, per il quotidiano Avvenire e per ogni iniziativa che riguardasse la comunicazione.
Una lotta che lo ha visto, come l’apostolo Paolo, sempre e ovunque pronto a prendere la parola con la forza e la chiarezza che venivano da una fede vissuta e pensata ogni giorno, con grinta.
I suoi “spilli”, sul settimanale diocesano di Novara, rimangono, a questo riguardo, una testimonianza e un’eredità da raccogliere e continuare.
Il suo sconfinato amore per la Chiesa lo ha portato a vivere il giornalismo come forma alta di carità intellettuale nei grandi dibattiti culturali e, nello stesso tempo, come servizio umile alla gente per accompagnarla nella ricerca di significati, di speranza, di Verità.
Un maestro che non è mai salito in cattedra, consapevole come è sempre stato che un giornale è un “luogo altro” e spesso più difficile della cattedra. Ma lui, uomo della montagna, uomo della Resistenza e uomo della Ricostruzione, non temeva le imprese più ardue.
Un “padre” che in tutta la sua vita non si è mai stancato di far crescere, con l’autorevolezza di chi non risparmia alcuna fatica a se stesso, generazioni di giornalisti.
Un padre e un maestro la cui ultima tenerissima stretta di mano è il segno indelebile di un amore infinito.
Paolo Bustaffa (direttore agenzia di stampa Sir)

Le sue consegne

Don Giuseppe Cacciami, un gigante. Così mi sento di ricordarlo alla notizia della sua morte arrivata pochissimi minuti fa. Ci appariva un gigante, a noi che da pivelli ci affacciavamo alla Fisc e al mondo del giornalismo. A lui, che per tanti anni è stato il presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), dopo essere stato tra i fondatori, guardavamo con tanta sana invidia per quella sua straordinaria capacità di utilizzare la parola che rendeva ogni suo discorso e ogni suo scritto un momento di altissima scuola per tutti noi novizi di Fisc e di giornali diocesani.
Una passione immensa per la Chiesa, il mondo dei mass media e dei nostri giornali, che ha saputo trasmettere a generazioni di direttori. Ha saputo maneggiare con maestria gli strumenti della comunicazione sociale con le tecniche proprie che richiedono, senza mai indietreggiare sui principi che sempre ha difeso con quel suo particolare piglio che lo distingueva.
Ricordo l’ultimo nostro incontro, qualche giorno dopo il Natale 2010. Con il direttore del Sir, Paolo Bustaffa, ero andato a trovarlo, nella sua casa di famiglia, vicino al Monte Rosa. Mi diede le consegne del lavoro da proseguire nella Fisc, le stesse che avevano in mente loro, i fondatori della nostra Federazione. Tre obiettivi su tutto: mettere insieme le professionalità, le competenze, le esperienze di gente tanto diversa, lungo tutta l’Italia. Secondo, fare opinione pubblica nella Chiesa e, infine, cercare di farla anche nel Paese. Tre impegni che restano stampati nelle nostre menti e nei nostri cuori e che, nel suo ricordo affettuoso, cercheremo di non smentire.
Francesco Zanotti  (presidente Fisc)

Un commento:

  1. Ricordo gli anni allo studentato. Famiglia Studenti di Verbania-Intra, a fine anni Ottanta. Per noi ragazzi era semplicemente Don Giuseppe. Sempre attento alle nostre esigenze in un periodo dove quei 130 studenti si preparavano per la maturità tecnica in uno dei più prestigiosi Itis, il Cobianchi di Intra. Venivo dalla Svizzera, dove vivevo con i miei genitori emigrati a fine anni Sessanta. Ricordo una delle sue prime “chiare” e “dirette” indicazioni: “Non sarai mica come gli altri svizzeri… qui si studia, si lavora e ci si impegna! Formiamo uomini!”. E già, quegli uomini che, orgogliosamente, don Giuseppe intravedeva in ognuno di noi, forgiati nella formazione, nella cultura e nella fede. Ricordava e conosceva la storia di ognuno “dei suoi ragazzi”. Ti incrociava nei corridoi o nella mensa della Famiglia Studenti e chiedeva sui tuoi voti: “Come stai andando? Bene, ma l’inglese và migliorato!”. Mi stupiva sempre, conosceva le debolezze e i punti forti di ognuno di noi. Conosceva le nostre storie familiari e ci incoraggiava a crescere passo dopo passo, sfida dopo sfida per essere preparati il piú possibile all’esame di maturità ed alla vita professionale o al proseguimento degli studi. Mons. Giuseppe Cacciami, un gigante. Così me lo ricordo in quegli anni, non solo per il suo portamento fisico rispetto a noi ragazzi, ma anche per la sua attenzione, sensibilità e impegno nel mondo dei mass media e della stampa, impegnato ed a capo della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc). Così mi sento di ricordarlo alla notizia della sua morte giuntami per sms da Don Eraldo co-responsabile dello studentato nell’ultimo decennio. Poche parole, sintetiche, ma lette e rilette perchè mi pareva quasi inverosimile, quasi che non potesse mai toccare al nostro Don Giuseppe. A lui, che tutti noi studenti guardavamo con ammirazione e riverenza per quella sua straordinaria capacità dialettica che rendeva ogni suo discorso o intervento un momento di altissima scuola di pensiero e di un acume degno di un “dotto” della Chiesa.  Stessa intelligenza e capacitá anche di semplificare e farci riflettere come è capitato in uno storico incontro con un altro gigante della Chiesa, Dom Hélder Câmara – il vescovo delle favelas – proprio lì nell’Auditorium di Famiglia Studenti e per noi studenti.
    Se Dom Hélder ci diceva “Quando io do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista”, Don Giuseppe con un linguaggio semplice e immediato ci ricordava lo spirito vero del mettersi al servizio degli altri, il senso profondo della solidarietà a partire dai piccoli gesti, nella nostra stessa quotidianità di giovani studenti lontani da casa ma al servizio degli uni verso gli altri: il significato profondo che don Giuseppe dava alla “sua” Famiglia Studenti. Sacerdote e giornalista «Un lottatore con la penna in mano. Perché i grandi, non diventano tali se non così: lottando». Queste le poche parole del vescovo S.E. Franco Giulio Brambilla per raccontare e delineare i tratti soprattutto di un uomo con la sua passione immensa per la Chiesa e per il mondo dei mass media padroneggiando con maestria gli strumenti della comunicazione sociale con tutte le tecniche proprie che lo richiedono senza mai venire meno sui principi e sulla deontologia professionale. Questi alcuni ricordi che mi porto dentro di quegli anni quando, ancora in erba, tutto era ancora in divenire, ma con l’obiettivo di mettere insieme professionalità, competenze e un po’ per volta sempre più esperienza anche al servizio del prossimo, come lo stesso Don Giuseppe ci ricordava in ogni occasione. Impegni che, ancora oggi, restano nel profondo del mio cuore e che, nel suo ricordo affettuoso, porto avanti con coerenza. Addio Mons. Cacciami. Ciao Don Giuseppe.

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