ROMA – Gilberto Evangelisti, uno dei “mostri sacri” del giornalismo sportivo italiano, è morto nella notte a Roma. Nato il 17 settembre 1928, Gilberto Evangelisti è entrato in Rai, nel giornale radio, come redattore ordinario nel 1963 fino a ricoprire nel 1990 l’incarico di direttore della Tgs, la testata giornalistica sportiva della Rai, poi diventata Raisport. E’ stato presidente della Federazione Nazionale della Stampa dal 1989 al 1992, eletto dal 20° Congresso di Bormio assieme al segretario generale Giuliana Del Bufalo. Per tanti anni è stato segretario della Commissione d’esami di idoneità per l’iscrizione nell’elenco dei giornalisti professionisti. Della Commissione d’esami dell’Ordine dei giornalisti era ancora consulente, collaborando attivamente ai corsi di formazione per i praticanti, organizzati a Fiuggi. Il 30 marzo scorso, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha ospitato la cerimonia di consegna a Gilberto Evangelisti di una targa per i suoi 50 anni di iscrizione all’Ordine. La targa è stata consegnata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Bruno Tucci. Il Cnog e il Consiglio regionale hanno, così, ritenuto di dover ringraziare Gilberto Evangelisti per il prezioso contributo che da anni offre alla formazione dei giovani giornalisti nella delicata fase di preparazione agli esami.
I funerali si svolgeranno domani, alle ore 10, nella chiesa di Nostra Signora di Coromoto a Roma.
Profondo cordoglio viene espresso dal segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva Fnsi, che ne ricorda la professionalità, la competenza e, soprattutto, la grande umanità. “Gilberto – ricorda Carlo Parisi – è stato un po’ il «padre» di tantissimi giornalisti che, nei giorni delle prove di esame, hanno sempre trovato in lui un rassicurante punto di riferimento”. Come tutti i “grandi”, Gilberto Evangelisti merita di essere ricordato da una categoria che, purtroppo spesso, dimentica in fretta quanti, quotidianamente e spesso in silenzio, dedicano la loro vita alla formazione, attraverso l’insegnamento dei sani principi morali e dei valori etici e deontologici che dovrebbero animare ogni giornalista degno di tale nome”.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana sottolinea che “la scomparsa di Gilberto Evangelisti è un lutto per tutto il giornalismo italiano e in particolare per la Federazione della Stampa. Giornalista di grande umanità e di elevate doti professionali, ha saputo portare la sua indiscussa capacità di relazione sia all’interno degli organismi di categoria, che ha sapientemente guidato, sia all’interno del giornalismo sportivo radio televisivo, dove ha raccolto grandi e significativi risultati.
Eletto Presidente della Federazione della Stampa nel congresso di Bormio del 1989, da una maggioranza fortemente caratterizzata, seppe sempre far prevalere con giudizio e intelligenza il principio dell’unità dei giornalisti italiani e del loro sindacato. Presidente della Federazione, prima con la segreteria di Giuliana Del Bufalo poi con quella di Giorgio Santerini, fu il protagonista di quel patto che ricompose negli anni ’90 l’unità nella gestione sindacale. Ha ricevuto tanti riconoscimenti, tra cui il Pennino d’Oro, assegnato dall’Ordine dei giornalisti della Valle d’Aosta nell’ambito del premio giornalistico Saint-Vincent.
Commentatore radiofonico sportivo incomparabile riusciva sempre a creare un feeling diretto con gli ascoltatori, qualunque fosse l’attesa dei tifosi, arrivando ai gradi più alti della carriera professionale, con le stesse doti di intelligenza e moderazione che seppe trasferire nell’attività sindacale alimentando il dialogo e stemperando le tensioni politiche più accese, vivendo sempre l’impegno sindacale come servizio per l’intera categoria.
Con lo stesso spirito di servizio Gilberto Evangelisti aveva dedicato i suoi ultimi anni a seguire con amorevole attenzione i corsi dell’Ordine professionale dedicati ai giovani praticanti che si affacciavano alla professione. La Federazione Nazionale della Stampa, a nome di tutti i giornalisti italiani si associa ai familiari nel dolore per la scomparsa di un grande collega e di un grande amico”.
A Fiuggi, dove da anni si occupava di formare i giovani praticanti alla professione, veniva soprannominato “Bearzot”, un altro grande maestro che ci ha lasciato recentemente. Evangelisti per tanti anni si è occupato proprio di sport e, in particolare, di calcio. E come Bearzot era ruvido e un po’ spigoloso. Ma non bisognava lasciarsi ingannare dalla prima impressione. Poi si scioglieva. Il classico duro dal cuore di panna. Fino a tarda notte, raccontano, a rispondere alle domande più improbabili dei tanti giornalisti in erba che lo consideravano il loro nonno putativo. Un “grande vecchio” a cui affidarsi senza tema alcuno. E lui era sempre pronto a spiegare, a precisare senza sbagliare un colpo. I giovani: dopo tanti anni di battaglie sindacali, era questa la sua nuova mission alla sua venerabile età anagrafica e professionale.
Ci lascia, al di là dei ricordi di Fiuggi, uno degli uomini chiave della politica giornalistica italiana degli ultimi 30 anni. Lui, fratello di Franco, braccio destro per una vita di Giulio Andreotti, fu il fautore del pluralismo all’interno della categoria, essendo stato il primo ad “aprire” alla sinistra. E per quei tempi, quelli del partito-Stato, siamo alla fine degli anni Ottanta, non era certo cosa da poco.
Alla famiglia, ed in particolare al figlio Marco, inviato del Corriere dello Sport, le più sentite condoglianze di Giornalisti Calabria.
Addio ad un mostro sacro della categoria, per tanti anni segretario della Commissione d’esami dell’Odg
Indimenticabile! Una persona di grande umanità. Ricordo che all’esame scritto stavo letteralmente smontando la vecchia Olivetti prestatami per l’occasione, per inserire il nastro, e lui notò le mie goffe manovre da lontano.
Intervenne prima che distruggessi la Lettera 22! E giusto con due mosse inserì il nastro.
Poi mi disse: “adesso fa con calma…”.
In più di quarant’anni di giornalismo attivo ne ho conosciuti di colleghi, ma uno come Gilberto Evangelisti è raro se non unico: ho pianto stamattina quando ho appreso dalla radio che lui non c’era più. In un attimo ho ricordato tutto quello che mi ha dato dal ’92 in poi, quando ho avuto la fortuna di conoscerlo, essendo stato chiamato, insieme a lui, nella Commissione d’esame dell’Ordine.
Ho rivisto e rivissuto tutto e avrei voluto telefonare immediatamente a Carlo Parisi, anche lui componente della Commissione d’esame e anche lui affiatatissimo con Gilberto: quanti giorni, quante ore passate insieme a cercare di interpretare gli scritti degli esaminandi, quante ore ad ascoltarli nelle prove orali.
E poi le serate assieme, a cena con Gilberto che, tra una barzelletta e una battuta, decantava anche la sua capacità di cucinare.
Grazie Gilberto per i momenti di felicità e di serenità che ci hai dato, unitamente all’umanità, l’umiltà e all’amore per il prossimo e per i colleghi giornalisti, giovani o vecchi.
Mi associo a quanto scritto dal grande amico Carlo Parisi e piango con lui un giornalista bravo, serio e comprensivo, che ha fondato e guidato una specie umana purtroppo sempre più in estinzione, quella delle “persone per bene”.
Giuseppe Tropea