COSENZA – Ennesima vigliaccata nei confronti del giornalista Riccardo Giacoia. Stamattina è stata recapitata alla sede regionale della Rai una busta, a lui indirizzata, contenente un proiettile di pistola calibro 9 e un foglio bianco con una croce disegnata a penna. Sulla busta, di colore giallo, il nome del destinatario e l’indirizzo sono scritti in corsivo, affrancati con un valore di posta ordinaria, ma senza alcun annullo postale. Particolare, questo, che fa supporre che la lettera sia stata consegnata a mano alla portineria della Rai, in via Guglielmo Marconi, a Cosenza.
Il giornalista, 48 anni, che dopo 14 anni di servizio presso la redazione del Tgr della Calabria, è da poco tempo in forza al Tg1, a Roma, non è nuovo a questo genere di intimidazioni. Nel luglio dello scorso anno, infatti, aveva ricevuto un’altra lettera nella quale c’era, tra l’altro, scritto: “caro amico nostro che sai tutto di noi della mafia, stai attento”, “chi ti ucciderà, chi ti creerà problemi, chi ti creerà incubi” e “saluti dagli amici”.
In quella circostanza, la busta, indirizzata a Giacoia “il caro amico che segue noi, che usa i termini che vuole lui sulla mafia e noi, sempre per telegiornale a commentare i morti nostri”, recava la data del 6 luglio ed il timbro del centro meccanografico delle Poste di Lamezia Terme. Una lettera anonima che faceva seguito ad una lunga serie di minacce via sms sul suo telefonino.
Sull’episodio odierno, Riccardo Giacoia non nasconde che “sono fatti che preoccupano ed è inutile negare di aver paura, ma è certo che non saranno le minacce a fermare il lavoro di tanti cronisti che tentano di far luce sugli affari sporchi della criminalità organizzata e che, puntualmente subiscono intimidazioni perché, evidentemente, la verità infastidisce qualcuno. E non solo la ‘ndrangheta”.
Il giornalista era appena rientrato a Cosenza da Perugia, dove ha partecipato ad un dibattito sui giornalisti minacciati, organizzato nell’ambito del Festival internazionale di giornalismo. Sulla vicenda indaga la Squadra Mobile di Cosenza, a cui il giornalista ha sporto denuncia.
“Piena e convinta solidarietà a Riccardo Giacoia ed ai colleghi della redazione del Tgr Calabria”, viene espressa dal segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa. “Anche in questo caso – commenta Carlo Parisi – ci troviamo di fronte all’ennesima vigliaccata ai danni di un giornalista calabrese, come al solito “firmata” dall’anonima mano di chi crede di imporre, così, la vergognosa cultura del sopruso e della prepotenza”.
Ricordando che “chi fa bene il proprio mestiere finisce sempre nel mirino di chi pensa che basti una lettera anonima per tapparti la bocca”, Carlo Parisi sottolinea che “niente e nessuno potrà mai mettere il bavaglio ai giornalisti che, con onestà, serietà e professionalità svolgono semplicemente il loro lavoro, che è quello di informare i cittadini, senza se e senza ma e, soprattutto, senza timori reverenziali o favoritismi di sorta nei confronti del boss o del politico di turno”.
Il Comitato di redazione del Tgr Calabria (Dino Gardi, Carla Monaco e Cesare Passalacqua), dal canto suo, afferma che “l’ennesima intimidazione al collega Riccardo Giacoia ripropone, ancora una volta, la difficoltà di fare informazione corretta, indipendente e completa nella nostra regione. Quella dei giornalisti nel mirino della criminalità – afferma il Cdr – sta diventando una vera e propria emergenza che le istituzioni locali e nazionali non possono più sottovalutare, come da tempo chiedono le organizzazioni di categoria dei giornalisti italiani.
Le vili minacce anonime contro Giacoia non fermeranno la sua attività e quella degli altri tanti colleghi che, ogni giorno, raccontano e denunciano le tante illegalità che si verificano in Calabria. A Riccardo Giacoia – conclude il Cdr – va il pieno, incondizionato sostegno di tutta la Redazione della Rai calabrese e, insieme, il forte sostegno ad andare avanti nella sua attività”.
Recapitata alla sede regionale della Rai una busta con un proiettile e un foglio con una croce disegnata
Caro Direttore,
Riccardo Giacoia paga il prezzo del suo alto senso di responsabilità per il trionfo della chiara e libera informazione.
La solidarietà della Fnsi calabrese e quindi di tutti i giornalisti calabresi non può che garantirgli il proseguio di un’attività che aiuta, tra l’altro, la nostra regione ad uscire fuori dal grigiore dell’omertà.
Peppe Sarlo
Solidarietà e vicinanza al collega della Rai. Professionista sempre obiettivo e moderato. Mai una sbavatura nelle sue tante “missioni di guerra” in terra di ‘Ndrangheta. Raccontare la verità, in un contesto Medievale come quello calabrese, provoca questo tipo di reazioni, che noi non possiamo che condannare e contrastare continuando a svolgere il nostro mestiere con impegno, serietà e dedizione. Cosa che Riccardo Giacoia ha sempre fatto.
Caro Direttore, grazie per aver dato spazio alla notizia del nuovo attentato contro Riccardo Giacoia.
Per combattere la mafia serve davvero essere tutti insieme e tutti uniti, e la mafia deve sapere che la nostra guardia non si è mai abbassata e non si abbasserà mai. A Riccardo Giacoia esprimo tutti i miei sentimenti più belli.
E’ un grande cronista e fa onore alla TGR. Dalla prossima settimana lo ritroveremo sugli schermi della testata prestigiosa del TG1, e questo deve riempire tutti noi cronisti calabresi di orgoglio.
L’occasione mi permette anche di fare a tutti i giornalisti calabresi che ci leggono gli auguri più belli per una Pasqua piena di serenità e di pace, almeno per le nostre famiglie. Il momento generale in cui operiamo non è dei più facili, ma perdere la speranza sarebbe per tutti noi come tradire la fiducia di chi, più giovane di noi, ha affidato a noi il compito di una testimonianza e di un aiuto concreto.
Ecco perchè io continuo a sperare.