Realizzato dai ricercatori dell'ateneo di Pisa, l'opuscolo è destinato ai giornalisti italiani

L’Università sforna il kit anti-bufala

PISA – L’Università vista e, soprattutto, raccontata dai giornalisti: un quadro quasi sempre incompleto, superficiale. Spesso, troppo spesso, pieno di errori. I giornalisti italiani hanno, insomma, dimostrato di non conoscere i meccanismi che regolano l’Università. Ad esserne convinti sono i ricercatori di uno degli atenei più prestigiosi del Belpaese, l’Università di Pisa, che hanno messo a punto e pubblicato il “kit del giornalista”.
“Una sorta di cassetta degli attrezzi – fanno sapere dal Coordinamento dei ricercatori toscani – pensata per tutti quelli che oggi scrivono e parlano di Università, ma che forse non l’hanno mai conosciuta, a fondo, dall’interno, se non come utenti”.
Lo scopo, in pratica, è quello di offrire ai giornalisti gli strumenti indispensabili per realizzare un’informazione il più corretta possibile sugli atenei italiani, già piuttosto sofferenti a causa di altri mali.
“Scrivere di Università – incalzano i ricercatori – non è impresa facile, tanto che a volte alcune sottigliezze sfuggono anche a chi ci lavora, poiché, nel tempo, si sono succedute diverse leggi e regolamenti ed in particolare negli ultimi 15 anni l’Università ha subìto una vera e propria overdose di riforme”.
Situazioni e mutamenti complessi che non sempre gli operatori dell’informazione hanno riportato, e riportano, in maniera corretta e realistica. Anzi, a detta dei ricercatori, “ci si è imbattuti troppe volte in resoconti giornalistici contenenti imprecisioni che, sovente, rendono la situazione ancora più confusa di quanto sia già”.
Secondo l’Andu, Associazione nazionale docenti universitari, il libretto realizzato dai ricercatori pisani (24 pagine, tra glossario e approfondimenti) rappresenta “molto di più della mezza paginetta delle notizie di agenzia o delle ‘veline’ ministeriali di cui si servono quasi tutti i giornalisti ‘nazionali’. Significa chiedere loro di perdere finalmente tempo a leggere e studiare le questioni universitarie su cui scrivono”.
Sull’utilità del kit, infine, la stessa Andu non ha dubbi, tanto da auspicarne un utilizzo ad ampio raggio: “Dovrebbero leggerlo anche quei tanti opinionisti e politici che sono arrivati a ripetere per giorni che i promessi 9.000 posti ad associato servirebbero a stabilizzare 9.000 precari e non quindi – conclude l’associazione dei docenti – a ‘comprare’ i ricercatori di ruolo”.

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